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Aprile 1966, aprile 2021.
55 anni è un traguardo importante, siamo quasi al diamante dei 60 e come nostra consuetudine festeggiamo condividendo un regalo. Da sempre il nostro compleanno si trasforma in un dono da condividere, che sia culturale, sociale o assistenziale, e quest'anno partecipiamo al progetto di raccolta fondi "67 colonne per l'Arena". Ideato da Fondazione Arena, questo progetto coinvolge 67 aziende che sostengono l'Arena e la sua ripartenza in questa prossima stagione, ed una di queste colonne è RIAM. Per il compleanno di quest'anno stavamo cercando un regalo che sostenesse la cultura della nostra città e la proposta è giunta con un tempismo perfetto.
Che cosa festeggiamo? Il nostro essere squadra. Siamo un team di tre generazioni che lavorano insieme, capaci di mettere in dialogo mentalità e capacità diverse. Festeggiamo 55 anni, 63 persone, 3 sedi, 4500 impianti, 3500 progetti e soprattutto festeggiamo quello che facciamo, fieri di far salire le persone, rendendo accessibili i luoghi a tutti.
Ricorder&ògrave; sempre Libero Cecchini, il grande architetto veronese scomparso l'anno scorso, che ho avuto il piacere e l'onore di intervistare per il nostro 50° compleanno, in quell'occasione definì l'ascensore "vita, vita per i vecchi e per le persone. Vita per l'architettura e la sua storia". Una definizione che mi è rimasta nel cuore. Negli anni RIAM si è distinta per la capacità di progettare impianti in contesti storici straordinari, e la complessità di questi progetti non ci ha mai spaventato perché amiamo l'architettura e la sua storia.
Come diverse iniziative che abbiamo sostenuto nel tempo - dalla borsa di studio per giovani architetti donata in occasione del nostro 50° compleanno al sostegno per la Casa di ABEO (Associazione Bambino Emopatico Oncologico) - il progetto 67 colonne ci dà la possibilità di essere partecipi alla vita della città, di sostenere la sua storia, la sua cultura e la sua vitalità.
RIAM è presente forse in tutti i luoghi più significativi di Verona: dalla Gran Guardia all'Università, dal Teatro Romano al Museo Archeologico, dal Conservatorio al Palazzo della Ragione e a Palazzo Barbieri, oltre che in molti palazzi storici privati della città. Partecipare a questo progetto ci è risultato naturale perché Verona e l'Arena sono la nostra casa. Ci siamo resi conto tutti penso, imprenditori e no, di quanto questo monumento ci sia familiare, di come faccia parte della nostra vita in città. Quanto sia triste vederla vuota e muta, senza spettacoli e relegata a presenza archeologica, l'abbiamo visto quest'anno. L'Arena è un monumento che chiede presenza, partecipazione, e li chiede per poi restituire la magia dello spettacolo a tutti, non solo a chi è tra il pubblico. Noi veronesi lo sappiamo bene, basta trovarsi in centro una sera di spettacolo per rendersene conto!
Come sottolineato da Fondazione Arena, partecipare significa aiutare un settore che è tra i più colpiti dall'emergenza sanitaria, un settore importante per tutto l'indotto. Anche RIAM, dunque, è l'Arena e come ogni azienda ha una responsabilità che va oltre quella del singolo cittadino. Siamo qui da quando siamo nati, presenti in Triveneto con tre sedi e diversi centri logistici, e abbiamo scelto un modello di crescita che privilegia lo sviluppo del territorio.
Anche per questo motivo il progetto fa per noi, affine al nostro spirito di squadra e penso a questa partecipazione di RIAM per lArena come a un regalo reciproco: noi abbiamo fatto una donazione ma ci&ògrave; che riceviamo in cambio è altrettanto importante. Tutti insieme, in campo per la nostra città e per il suo simbolo più prestigioso, per fare in modo che continui a regalare emozioni straordinarie, emozioni che si possono vivere solo qui. Tra tutti gli spettacoli che ho visto voglio ricordare il concerto di Whitney Houston nel 1998 che per me è stato indimenticabile.
Alessandra Recchia